Non mi sono sbagliata.
Ho scritto intenzionalmente causale (e non casuale) , causale che causa, pensato apposta, deciso a tavolino, mirato al cuore.
Non casuale, buttato lì, capitato per caso.
Ma proprio ragionato per fare qualcosa di delizioso per un’altra persona. Non parlo di grandi azioni ma piccoli gesti: un cenno con la mano a chi incontriamo (anche se non conosciamo), una chiacchiera con la cassiera, un bel sorriso anche sotto la mascherina perché gli occhi non mentono mai.
Perché questo distanziamento sociale e questa mascherina rischiano di farci perdere di vista le buone maniere, che non sono altro che “una gentilezza d’animo”.